«Ogni genere giornalistico è ammissibile, tranne uno: il noioso».
Così disse una volta Dino Buzzati; ed è la frase che potrebbe riassumere l’intero intervento di Beppe Severgnini, editorialista per il Corriere della sera ( ma anche saggista e opinionista) al Festival internazionale del giornalismo di Perugia. Un mondo in continuo cambiamento a cui l’informazione si deve adeguare trovando nuovi stimoli e metodologie di incontro con il pubblico. Pena? L’irrilevanza, il rimanere indietro in un mondo che ha continua fame di novità.
L’informazione di oggi deve avere dunque il coraggio di osare, senza rimanere prigionieri degli schemi tradizionali nel timore che le variazioni stilistiche non vengano prese sul serio. La via è la commistione dei generi. Così Severgnini e la collega Stefania Chiale hanno messo in evidenza, con esempi concreti, come si possa fare cronaca nera con lo storytelling, economia e cultura con i cartoni animati, politica attraverso la narrativa e dialogo teatrale. L’accento, una volta tanto, va posto sulla confezione, non sul contenuto.
Donald Trump spiegato attraverso il teatro
«Letteratura e giornalismo sono lo stesso guanto , ma rovesciato», diceva Eugenio Montale, giornalista per il Corriere dal 1948. Può dunque l’informazione diventare dialogo tra più soggetti, confronto di idee fra generazioni diverse? Sì, e può farlo nella forma di scambio di opinioni. Come una nonna, un figlio e un nipote che si ritrovano la sera di Natale a parlare,partendo da argomenti banali come la scelta della musica da ascoltare, delle strategie elettorali di Donald Trump ( l'articolo 30,60, 90 pubblicato a Dicembre sul Corriere della sera, che fa appunto riferimento alle età dei personaggi). O un signore e una ragazza che parlano della società di oggi nell’arco di una notte in aeroporto ( come nello spettacolo La vita è un viaggio, scritto dallo stesso Severgnini e in scena nei teatri italiani). Questa tipologia di divulgazione riporta la centralità sul cittadino, vero destinatario della notizia, agendo sull’identificazione e l’empatia.
Storytelling, un mezzo per raccontare la società
I politici non sono solo i signori incravattati nei loro palazzi di cristallo, ma i piccoli grandi eroi del quotidiano. Informare è anche confrontare Paesi e raccontare l’attualità attraverso storie che, anche se a km di distanza, sono molto simili tra loro. L'erba dei vicini, programma in onda su Rai3, affronta il problema migranti a Lesbo come a Lampedusa, la censura web in Turchia come in Cina. Ma punta lo sguardo anche su donne come Kustoinka , greca, e Celeste, italiana, che da due angoli distanti del mondo si battono per lo stesso obiettivo: proteggere le fasce lavorative più deboli da sfruttamento e capolarato. Il pressupposto del confronto è «Se siamo più bravi dovremmo insegnare. Se sono più bravi dovremmo imparare».
Il cartone animato
Il giornalismo può esprimere temi complessi anche attraverso format animati, con la figura di un professore un pò matto che ci parla del petrolio in Russia o dei motivi alla base della crisi greca. Creare dei mini cortometraggi che, grazie a un linguaggio semplice, costringano alla visione e alla comprensione molto più di cento articoli scritti in economichese. Da qui anche la riflessione sui termini inflazionati. Risposta "forte", azione-reazione "forte", "forte" calo della disoccupazione. « Forte da solo vuol dire poco. Significa fermo e saldo. Ma non è sinonimo di efficace». Variare dunque la terminologia e sfruttare la ricchezza della nostra lingua.
Puntare sul mobile
Il giornalismo può passare infine attraverso le app. Good Morning Italia è un servizio informativo, che gerarchizza le notizie. Nessun algoritmo dunque, ma un team di professionisti che quotidianamente raccoglie le notizie più importanti, pescandole dal calderone di rete e pagine Facebook (dando accesso alle fonti). Troppe informazioni vuol dire poco ordine e approfondimento. Riuscire in cinque minuti a dare un quadro del mondo è “come fare una spremuta di pensiero: dietro c’è la scelta delle arance, tagliarle, togliere la buccia per giungere al prodotto finale".
L’intervento si è concluso con un'esplorazione del mondo Twitter. L’uccellino blu, con pregi e difetti, ci ha spinto a cercare l’efficacia nella brevità. Un linguaggio che ha però bisogno di essere regolamentato, senza diventare nè valvola di sfogo continua, nè il regno di banalità e petulanza.
Ecco i consigli di Severgnini.
Nuovi modi per parlare con la gente, per comunicare il mondo in cui viviamo in una lingua coerente, per evitare di consegnarsi ad una pericolosa e progressiva irrilevanza. Questo il messaggio di fine conferenza, non ci è dato sapere attibuibile a chi. Perciò giornalisti, blogger, web editor. Scateniamo la fantasia e osiamo. Il mondo sta aspettando di essere ancora una volta stupito.
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