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Musangwe, il fight club africano

«Non sono ancora un uomo e non sono più un bambino. Quando diventerò un uomo sarò forte. Nessuno potrà fermarmi. Mi chiamo Tsumelo, ma per tutti sono Killer».
 
«Nella nostra cultura se sei un uomo adulto devi prenderti cura di tutti i bambini come se fossero tuoi figli, e hanno bisogno  di una persona forte, che sappia combattere». 
 
Una adolescente e un uomo di una zona remota del Sud Africa. Cosa li accomuna? Sono atleti di musangwe, una lotta tradizionale della tribù venda. 
 
A metà tra capoeira e pugilato, non ci sono mezzi per difendersi, né guantoni né caschi. Uno scontro corpo a corpo che termina solo quando uno dei due combattenti si arrende. La lotta ha origine nel 1829, quando i capi bestiame facevano lottare i tori tra loro. «Non è una battaglia con lo scopo di farsi male-dice Tsumelo-è per mettersi alla prova. Quando combatti non puoi vincere sempre. So accettare la sconfitta».
 
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Spid: finalmente un'Italia digitalizzata?

La tanto sospirata identità digitale arriverà anche in Italia?
Pare di sì. Il prossimo quindici maggio la burocrazia nostrana farà un atteso e necessario passo avanti. Spid ( sistema pubblico per l’identità digitale) permetterà di accedere con un unico account a tutti gli enti pubblici e le aziende private accreditate. Ogni volta  che  si avrà bisogno di un documento, l’identità sarà verificata da un sistema centralizzato. Sicurezza adeguata verrà garantita da tre livelli, a seconda della sensibilità della procedura.
 
  • Livello SPID 1: basteranno ID e password
  • Livello SPID 2: servirà nome utente, password ed un codice (One Time Password) temporaneo inviata al momento
  • Livello SPID 3: al posto della OTP servirà un sblocco con dispositivo fisico, ossia un’apposita smart card
 
Le prime amministrazioni che aderiranno sono l’Agenzia delle Entrate, Inps, Inail e Comune di Firenze, Venezia, Lecce, Regione Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte e Umbria. Il Ministero promette di espandere il tutto a ben 600 servizi entro il 2017. 
 
Sarà possibile creare l’identità digitale  gratuitamente tramite Infocert, e Poste, con un modulo presente sul sito. Tim richiederà invece quindici euro e dopo due anni la procedurà diventerà a pagamento. 
 
Le premesse per una burocrazia finalmente digitalizzata sembrano esserci. Speriamo vada tutto liscio. 
 
 
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Follower: perchè volere un Grande Fratello personale?

Ricordate il film The Truman show, successo del 1998?
Una storia del genere oggi non avrebbe tale risonanza . Avere gli occhi di qualcuno costantemente puntati addosso non rappresenta più uno scandalo. Anzi, c’è chi desidera che uno sconosciuto lo segua  in qualsiasi momento della giornata.
 

Si chiama Follower ed è un’app creata dalla designer e programmatrice Lauren McCarty, a metà tra una piattaforma e una performance artistica. Chiunque, tramite  registrazione al sito, può essere osservato per 24 ore dagli occhi indiscreti dell'artista. Momentaneamente, per ragioni di sicurezza, solo la creatrice avrà l’esclusiva della torre di controllo. Ma se l’applicazione dovesse avere molti iscritti, la sua naturale evoluzione sarebbe associare persone a caso. Un primo esperimento è stato fatto a San Francisco; ora Follower è disponibile anche per i cittadini di New York.

« Follower è una compagnia invisibile, che non reca alcun disturbo. Qualcuno che guarda, che ti vede, a cui importi» afferma la McCarty. Non passare inosservato, qualcuno a cui interessa ciò che fai. Veramente il nostro ego è arrivato a livelli simili? Una volta si diceva che non avere nessun segreto rendeva una persona poco interessante. Ora il paradigma si è ribaltato. La banalità diventa oggetto di voyeurismo e curiosità, e consente di ottenere molto più dei  15 minuti di notorietà predetti da Andy Wharol.

 

 «Viviamo un’ambivalenza: da un lato la sorveglianza è pervasiva e fuori controllo, dall’altra abbiamo un desiderio intenso di essere visti, seguiti, di condividere aspetti e dettagli anche intimi delle nostre vite. È pieno di siti che per dieci dollari riempiono i tuoi account di follower a pagamento, ma basta questo per sentirsi appagati?» si è chiesta McCarthy prima di dar forma al progetto. «Con la gig economy sembra a volte di essere disposti a provare qualsiasi app o servizio che promette qualcosa di originale o utile. Con Uber o TaskRabbit, per esempio, si preme un pulsante e si vede una persona muoversi verso la tua posizione nella mappa. Ho voluto invertire questo processo: le persone non vedono dove mi trovo, sono io a seguire loro. Quello che ci ricavano non è un punto su una mappa, ma la consapevolezza che c’è qualcuno intorno a loro che li osserva con attenzione e concentrazione».

Siamo arrivati a barriere comunicative tali che elemosiniamo l’attenzione di un estraneo pur di  sentirci importanti ed essere protagonisti?

Irene

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