Digi-omelie
Ormai esiste un'app per qualsiasi cosa. Volevate che anche la Chiesa Cattolica, con i secoli che si porta addosso, non avesse bisogno di svecchiare un po’?
I parroci, in questo mondo di miscredenti, devono sempre trovare nuovi metodi per diffondere il Verbo, di pari passo con i rapidi cambiamenti della società. Dal momento che non tutti hanno le stesse competenze comunicative qualcuno potrebbe aver bisogno di un aiutino da casa.
«L’omelia deve essere breve ed evitare di sembrare una conferenza o una lezione» ha detto Papa Francesco. Ma elaborare ogni volta un discorso originale mantenendo viva l'attenzione dei fedeli non è certamente facile. Come fare?
Clerus app: la svolta social
Nasce così Clerus app, piattaforma dedicata a parroci e sacerdoti che offre suggerimenti, meditazioni e commenti sulla parola di Dio della liturgia domenicale da poter poi utilizzare per le proprie omelie.
Una stramberia? «No, semmai un ulteriore strumento di supporto per i sacerdoti» spiega monsignor Andrea Ripa, sottosegretario della Congregazione che ha lanciato l’app in collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione per il Clero a Vatican Insider (sezione de La stampa di cui scopro l'esistenza solo adesso).
«In realtà è la prosecuzione di un servizio offerto da anni tramite il sito e una newsletter. L’app è semplicemente un mezzo di comunicazione più immediato per i destinatari rispetto ad una mail». Sarà il padre gesuita Marko Ivan Rupnik che curerà i testi prodotti in italiano.
«Leggere ciò che scrive padre Rupnik è sicuramente edificante e rappresenta un buon modello. Poi ognuno potrà “prendere” quello di cui ha bisogno. Avere uno strumento del genere fa comunque comodo» afferma monsignor Ripa.
La Messa a portata di smartphone
Ogni giovedì Clerus app viene aggiornata con l’inserimento dell’omelia della domenica successiva. L’applicazione consente di ascoltare la lettura vocale del testo, inserire note, archiviare commenti e scaricare contenuti in modalità off-line. È inoltre possibile condividerne il contenuto sui social.
L’app è già disponibile sia su iOs che su Android per Google Play e App Store. I download a quanto pare sono parecchi. E non solo da parte dei soggetti interessati, ma di numerosi fedeli.
Dio accetta anche la carta di credito
L’ulteriore nuova frontiera sono le donazioni in digitale. L’idea viene dalla Francia e l’obiettivo è avvantaggiarsi, dal momento che un futuro prossimo si andrà n giro senza un centesimo in tasca ma si pagherà sempre più grazie alle carte o alle app.
Le Chiese parigine hanno infatti già aperto le porte alle donazioni digitali. In primis attraverso La Quete, app che permette di fare un’offerta settimanale a una delle chiese aderenti all’iniziativa.
In più, a parte l'offerta brevi manu, sarà possibile donare tramite POS , con cifre che vanno da un minimo di due a un massimo di dieci euro. Infine, per chi è ancora un nostalgico del cartaceo, sarà possibile acquistare un blocchetto di coupon da utilizzare come i buoni pasto, evitando di portare con sè contanti o monete.
Ma anche in altri Paesi europei si stanno adottando metodi di donazione alternativa. Nella cattedrale di Newcastle e in altre chiese inglesi sono state create postazioni ad hoc che indicano esattamente a cosa saranno destinati i soldi. Addirittura in Cina pare che si possano fare donazioni tramite QR code di Wechat.
Insomma Dio vede e provvede. Anche su smartphone e tablet.
Seguici anche su Google Edicola »