Tutti sappiamo cos’è una giornata “no”, ma forse in pochi ci siamo chiesti quale può esserne l’utilità
Quando inciampo in una situazione negativa o poco stimolante il primo impulso è di farmene risucchiare e crogiolarmi in un mare di pessimismo cosmico. Per fortuna però, quasi sempre poi emerge la me combattiva che, con uno scatto di dignità, decide di non farsi piegare dall’onda nera, e così cerco di salvare il salvabile. Fare le nozze con i fichi, come avrebbero detto i miei nonni, creare qualcosa di buono, anche quando sarei tentata di sabotarmi con domande del tipo “chi te lo fa fare?”.
Mi è capitato di recente di rivivere questo tira e molla emotivo, e per un attimo ho ceduto al micidiale mix di indolenza e disfattismo. Mi sono rialzata e ho provato a correggere – almeno parzialmente – il tiro della giornata, ma non è stato semplice, soprattutto per i sensi di colpa da imperfezione. Mi piace pensare che non sia un caso, se mi sono imbattuta proprio stamattina nella storia di Paola Antonini, 25enne modella e influencer under 25. Nel 2015 la ragazza ha subito l’amputazione di una gamba eppure, grazie a una contagiosa fiducia in sé stessa, dosi massicce di gratitudine e un’insaziabile fame di vita, è andata avanti diventando un esempio per molti.
Capodanno 2015, quando un evento ti costringe a maturare di colpo
Tutto ha avuto inizio pochi giorni dopo Natale del 2014. Paola, il suo ragazzo e due amici decidono di andare a Rio de Janeiro per festeggiare il nuovo anno. Un incidente, però, stravolge i piani…e imprime un nuovo corso alle loro vite. La sorte peggiore spetta alla modella, a cui i medici devono amputare la gamba. Inizialmente l’operazione interessa la parte sotto il ginocchio, ma poco dopo, a causa di sopravvenute complicazioni, è necessario intervenire nuovamente e amputare anche sopra il ginocchio.
Paola Antonini si ritrova così a fare i conti con emozioni contrastanti. Da una parte la felicità per essere sopravvissuta, il supporto della famiglia che argina le insicurezze tipiche dell’adolescenza, ma dall’altra l’assenza di storie simili a cui far riferimento. Probabilmente sarebbe stato meno doloroso re-inventare la quotidianità, se avesse potuto prender esempio da altre donne nella sua stessa situazione, ma comunque non si è lasciata abbattere.
“Il mio concetto di bellezza è cambiato, inconsapevolmente ma naturalmente”
Questo ha dichiarato Paola Antonini in un’intervista. Molti pensavano che l’incidente avrebbe modificato i suoi piani lavorativi e influenzato negativamente la percezione di sé, e invece la realtà è andata in direzione opposta. Sin dalle settimane immediatamente successive all’operazione la ragazza non si è negata piccoli ma tangibili piaceri quali una passeggiata in spiaggia, ha continuato a viaggiare …e a indossare shorts.
Il lavoro come modella? Non ha subito alcuna battuta d’arresto, e anzi la vitalità che sprigiona il suo sorriso, l’armonia e la consapevolezza che la sua persona emana fanno crescere il numero di follower. Paola Antonini è diventata un’icona, il simbolo di una bellezza che rompe gli schemi e ridefinisce il concetto di normalità.
Mettere in discussione la scala di priorità, apprezzare anche i gesti apparentemente insignificanti del quotidiano, comprendere che non c’è un traguardo “assoluto” da dover tagliare a tutti costi, per essere felici. Maturare la consapevolezza che la gioia scaturisce dalla capacità di fare il proprio meglio con gli “strumenti” che la vita ci mette a disposizione. L’incidente ha tolto indiscutibilmente qualcosa a Paola, ma il dolore, come un seme attecchito su un terreno fertile, ha prodotto frutti duraturi.
La modella e influencer è la dimostrazione vivente che l’unica, vera normalità non dipende dal numero o dal grado di funzionalità di braccia o gambe. Normalità vuol dire riuscire a costruire una quotidianità appagante e dotata di senso a dispetto dagli ostacoli con cui bisogna confrontarsi.
Quando le cose non mi divertono, mi ammalo (H.B.)
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