Uno dei desideri più comuni, nel profondo del nostro animo, è rappresentato dal cambiamento.
Nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Cambiare casa, vita, compagno/a, abitudini, macchina e così via.
Da un lato il desiderio nasce perché attribuiamo, erroneamente, all’esterno la fonte della nostra felicità. Dall'altro perché siamo eterni insoddisfatti.
C’è poi un’altra categoria di persone, che sente l’esigenza di cambiare perché ha il coraggio di ammettere che forse c’è qualcos’altro in serbo per lui/lei.
La storia che voglio raccontare è quella di Emiliano Amore, un ragazzo romano che non ha mai avuto paura di reinventarsi e ripartire da zero.Ll’anti comfort zone per eccellenza che potrebbe rappresentare un esempio per quanti hanno dentro di sé quel campanello che ogni tanto ti punzecchia e dice: è ora di rimescolare le carte!
Ecco cosa ci ha raccontato.
Notte dopo gli esami (che non finiscono mai)
Nonostante centinaia di film post anni '90 e 2000 ci abbiano potuto preparare all'evento più traumatico della nostra vita, niente riuscirà a esserti da vademecum o ad aiutarti all'evento più difficile della tua esistenza: la vita post liceo.
Fino al giorno prima è un susseguirsi di lezioni, scadenze, orari, giustificazioni e addirittura speranze alle quali fare riferimento.
Il giorno dopo l'esame di maturità ti si apre davanti agli occhi un mondo caotico al quale nessuno ti ha preparato.
Spoiler alert: dopo i 30 anni ogni stagione ti presenterà la stessa gamma di sensazioni.
Devi essere pronto a reinventarti e ad affrontare in maniera creativa qualsiasi dramma lavorativo e personale ti si presenti davanti.
La storia di "posto fisso e famiglia felice" è ormai piuttosto complicata per la nostra generazione.
Innumerevoli, a ogni storia la sua maglietta
Ho fatto il liceo scientifico e poi mi sono laureato in grafica pubblicitaria e marketing.
Ero pronto post università al posto in qualche agenzia pubblicitaria e a una vita da ufficio creativo con pause di yoga e cucina macrobiotica per ritrovare me stesso.
Purtroppo, dopo 6 mesi di lavoro in un'azienda pubblicitaria, mi stancai e mi ritrovai a farmi due domande sul futuro.
Ho lavorato per circa 5 anni come grafico freelance fino a quando mi sono creato uno stile personale ed i clienti si interfacciavano direttamente con me. Piuttosto che delle loro necessità, da questa richiesta lavorativa decisi di smettere di fare il grafico e cominciai a lavorare come illustratore e artista.
Il successo creativo
Nel giro di pochi mesi, usando social media in maniera accurata, mi ritrovai ad avere commissioni nazionali ed internazionali.
Dal 2004 al 2012 ho lavorato come artista collaborando con varie gallerie italiane, inglesi, francesi, tedesche fino ad arrivare alla mia mostra personale a New York.
Ho collaborato con varie riviste di moda e marchi di streetwear e svariate persone si sono tatuate le mie opere.
Dopo 8 anni di successi lavorativi e una vita tra viaggi, gallerie e altre amenità, mi presi un paio di mesi di pausa per riflettere sul mio futuro lavorativo che non mi stava spingendo a reinventarmi stilisticamente.
Non ci riuscivo, sentivo che il mio percorso artistico aveva raggiunto il suo culmine e non mi andava di continuare su quella strada.
Non avevo idea di cosa fare, avevo passato tutta la vita a disegnare e non avevo tante altre capacità.
Automaticamente per distrarmi mi misi a cucinare una torta al cioccolato.
La sensazione di creare, con una palette diversa, fatta di ingredienti invece che di colori e matite mi entusiasmò.
Cominciai a lavorare a Milano per un servizio di catering che si occupava di alta moda, partendo dal basso feci strada fino a diventare un cuoco.
Terre lente, la prelibatezza dei prodotti calabresi ad Amsterdam
Tutto mi entusiasmava, invece di acquerelli usavo spezie, invece di fogli mi servivo di alimenti e invece di soddisfare gli occhi dei clienti soddisfacevo i palati.
Tre anni dopo Milano, tornai a Roma e cominciai a lavorare come aiuto chef in un ristorante frequentato da attori e registi capitolini, quel binomio tra cibo e cinema mi rimase sulla pelle per un lungo periodo.
Dopo due anni di gavetta presi un aereo e mi trasferii a Brighton in Inghilterra, una città folle, creativa ed incentrata sul cibo e la musica...il mio ambiente, insomma.
La vocazione al sociale
Sono ripartito da zero in Inghilterra, e cominciai dal livello più basso in cucina, nel giro di 3 anni sono diventato capo chef e ho vinto vari premi culinari.
Ho gestito 3 cucine contemporaneamente e portato al successo le attività con le quali collaboravo. Dopo 3 anni di posto fisso in cucina ho cominciato a lavorare freelance e sono finito a cucinare per Game of Thrones, Marvel, Disney e vari festival di cinema.
Mi sono divertito, ho guadagnato bene ma soprattutto ho imparato tantissimo sul cibo.
Ho lavorato al Refettorio Felix a Londra , fondato da Massimo Bottura. È una mensa che usa cibo avanzato dai supermercati per creare circa 100 pasti al giorno per i senzatetto.
Refettorio Felix, il futuro della cucina è e(ste)tico
In quell'ambiente ho conosciuto tantissimi chef stellati e ho capito che la vera soddisfazione è usare le tue capacità per fare del bene al livello sociale.
L'anno scorso ho deciso di continuare la mia strada lavorativa con il cibo ma con un indirizzo sociale. Tramite il comune e l'aiuto di vari privati sto aprendo la Brighton Food Factory, un'azienda che produce pasti per persone con basso reddito, studenti e senzatetto usando cibo locale e sviluppando un modello ecosostenibile cittadino senza sprechi.
Ho investito in un caffè e sono membro fondatore, insieme ad altre 35 persone, del Brighton Business Club, un'associazione che aiuta imprenditori con indirizzo sociale a crescere lavorativamente ed affrontare difficoltà logistiche.
Il cibo e l'indirizzo sociale sento che sono la mia strada definitiva…speriamo!
di Sara Salini
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