“La logica vi porterà da A a B.
L’immaginazione vi porterà dappertutto”
(Albert Einstein).
Si sentono spesso storie di persone che, stanche della propria vita, decidono di mollare tutto e cambiare. Cambiare per perseguire un sogno, per fare ciò che si è sempre desiderato.
Questa è la storia di Alessio Saccoccio, 37, che da impiegato in azienda ha deciso di mollare tutto e sintonizzare le sue giornate sui ritmi di natura e agricoltura, fondando Idroluppolo. Cioè? la prima startup che produce luppolo idroponico. Abbiamo voluto intervistarlo e raccontare la sua storia per mandare un messaggio ben chiaro: non è mai troppo tardi!
Dalle macchine alla birra
«Correva l’anno 2016, alcuni miei amici erano da poco partiti alla volta di Londra per cercare fortuna, a causa del poco lavoro disponibile nella mia città Natale (Fondi). Io all’epoca lavoravo come responsabile di un' officina autorizzata Mercedes-Benz e quel lavoro iniziava a starmi stretto. Era molto ripetitivo e legato ai vari indici di controllo che ammazzavano la mia creatività».
Una sera Alessio si ritrova a discutere con gli amici espatriati. Con entusiasmo, gli riferiscono di aver aperto un birrificio artigianale e che le cose iniziano a girare. Tuttavia avevano difficoltà nel reperire una materia prima fondamentale per la produzione della birra: il luppolo.
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L'aspirante imprenditore svolge numerose ricerche e scopre così che il luppolo viene considerato “oro verde” e, oltre ad essere utilizzato nella birra, ha anche molteplici proprietà curative e benefiche.
Inizia dunque a valutarne gli aspetti economici, riscontrando prezzi alla vendita molto variabili da 35 ai 150 € al kg in base alla varietà. In Italia il luppolo era una pianta quasi per nulla coltivata, tranne piccoli amatori.
I vantaggi dell'idroponica
«Ho cominciato a effettuare ricerche sul mercato della birra in Italia; i numeri sono stati illuminanti, 300 milioni di euro il mercato del luppolo annuale, 1000 birrifici attivi, 14 mln di hl di birra e una sola coltivazione certificata.
«Ciò significava che il 97% del luppolo utilizzato in Italia proveniva dal mercato estero! Ho iniziato a pensare che la prossima mossa sarebbe stata produrre la materia prima. Ho riflettuto sulla metodologia idroponica di produzione in serra che semplificava tutti il processo».
Alessandro legge dunque qualcosa sulle start-up innovative e gli incentivi di cui potevano godere, trova una sede di Lazioinnova a Latina che offriva dei servizi per chi volesse intraprendere una nuova attività. Durante l’incontro Emilia Marricco crede subito nella mia idea.
«Pochi mesi dopo partecipai sempre presso Lazio Innova sede di Latina ad un boot camp sul settore agrifood, ed è proprio lì che grazie all’aiuto di Maurizio Andolfi e Sarita La Rocca iniziai a sviluppare sia tecnicamente che economicamente il mio business plan. Individuai il mio attuale partner Alessandro Cinelli proprietario di Agronova. Ed è proprio agli inizi del 2018 che lasciai il lavoro sicuro per dedicarmi alla mia start-up innovativa».
La produzione idroponica permette il risparmio idrico di oltre il 50%, produzione quattro volte superiore per metro quadro rispetto a una coltivazione tradizionale, assenza di agrofarmaci e controllo di alcuni valori aromatici che determinano la qualità del luppolo nell’utilizzo brassicolo.
Ad aprile del 2018 sono state messe a dimora le prime piantine, che, grazie alla tecnologia e soluzione nutritiva iniziano da subito a crescere rapidamente, giorno dopo giorno, fino a quando con enorme commozione iniziano a fiorire.
«Quando dovevo essiccare il luppolo utilizzai la soffitta di casa mia, riuscendo a produrre la nostra birra idroponica con discreto successo. Nel frattempo la dottoressa Katia Carbone del C.R.E.A. interessata al mio progetto, mi permise di effettuare le prime analisi ai miei campioni che diedero risultati molto piacevoli, valori molto simili a quelli di un raccolto maturo, come se non fosse stato al primo anno».
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Dopo sono arrivate molte soddisfazioni, vittoria del bando Pre-seed, vittoria della start-cup e della fiera dell’innovazione di Grottaferrata e molte menzioni su testate giornalistiche.
«Tutto questo però ha creato nuovi spazi nel mio cuore per tutte quelle persone che finora mi hanno aiutato anche solo con un consiglio, tutto quello che siamo riusciti a fare lo dobbiamo anche a loro».
di Sara Salini
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