I racconti di chi ha cambiato vita ✌
Natale in Amazzonia, dove la felicità è accontentarsi
22.05.2017 15:58La vigilia pedalando
Un po’ per caso, un po’ per ragioni geografiche, lo scorso Natale l’ho festeggiato a casa di un couchsurfer a Macapà, una cittadina sulle sponde settentrionali del rio delle Amazzoni.
Per chi non la conoscesse, Couchsurfing è una piattaforma in cui si può decidere di ospitare gratuitamente uno o più viaggiatori su richiesta di quest'ultimi, una sorta di Airbnb senza scambio di denaro. Altamir, il mio “host”, ha aspettato che la sera della vigilia, dopo il tramonto, una perfetta sconosciuta arrivasse in bicicletta da chissà dove, puzzolente e impolverata, a bussare alla sua porta. La prima cosa che ha fatto appena mi ha vista è stata offrirmi una lattina di birra ghiacciata e presentarmi con orgoglio ad almeno una trentina di amici e parenti. Era genuinamente felice di potermi ospitare il giorno di Natale, ed io ero contenta di avere un tetto sotto al quale dormire e una buona compagnia. Spiccicava quattro parole d’inglese ma con grandi sorrisi e un po’ di gesti ci siamo capiti benissimo.
Una sconosciuta è ospite d’onore
Nella sua modesta dimora ho avuto addirittura il privilegio di avere una stanza tutta per me. La mattina successiva, dopo una dormita, mi sono accorta di riuscire a scorgere tra le travi del pavimento di legno un gruppetto di pulcini che scorrazzavano sul terreno, proprio sotto alla casa stile-palafitta (costruita dal padre ai lati della foresta).
Un'abitazione il cui pavimento è allo stesso tempo tetto del pollaio! Al mio risveglio ho scoperto che, tutti gli altri ospiti, in numero variabile dai dieci ai venti, avevano dormito in delle amache montate una sopra l’altra in salotto.
La felicità è accontentarsi
È il 25 dicembre, ci saranno trenta gradi all’ombra, non vedo nessuno scambiarsi regali, non c’è nemmeno un albero di Natale. Qualche lucina intermittente è sufficiente a rendere l’atmosfera festosa; la splendida armonia di questa solare famiglia fa il resto. Li ammiro, sorrido, mangio, bevo e rido con loro (nonostante il portoghese non sia il mio forte) ma soprattutto ascolto e imparo la ricetta della felicità: accontentarsi. In questa parte del mondo semplicemente si apprezza quello che si ha e la possibilità di goderselo.
Babbo Natale bomberos
Faccio un giro per le strade e mi trovo davanti un camioncino dei pompieri vittima di "un atto di pirateria" da parte di Babbo natale e i suoi aiutanti. Ora lo guidano come fosse un carro di renne in giro per la città, lanciando caramelle ai bimbi, che lo inseguono senza scarpe di quartiere in quartiere. Li pedino per un po’ con la mia bici e poi giro verso il porto. Sto cercando una barca per risalire il Rio delle Amazzoni fino al confine boliviano. La prossima parte domani. Perfetto, avrò almeno il tempo per ringraziare nuovamente questa famiglia di sconosciuti che mi ha trattato come fossi una figlia, qui, dall’altra parte del mondo…
Ospitare giramondo sconosciuti è un modo di viaggiare
Per chi è interessato a viaggiare low cost ma soprattutto a vivere esperienze come quella che vi ho appena raccontato consiglio l’iscrizione a Couchsurfing, o ancor meglio, per chi gira in bici, a Warm Shower. Due siti in cui si offre ospitalità gratuita ai girovaghi. In realtà suggerisco la creazione di un account soprattutto a chi vorrebbe viaggiare e per qualsiasi ragione non ne ha la possibilità. Se girare il mondo, per molti, significa conoscere persone con usi e costumi differenti dai nostri, ospitandoli riusciremo a scoprire il globo attraverso i loro racconti e ad ampliare i nostri orizzonti.
Blogger, traveller e autrice di libri
Ecco i suoi libri:
Walkaboutitalia: l'Italia a piedi, senza soldi, raccogliendo sogni»
A Londra senza lavoro? Fai l'angelo!
16.05.2017 09:41Nella mia vita ho fatto tantissimi lavori assurdi.
Durante i viaggi mi sono sempre adattata alle situazioni che incontravo lungo il percorso, con la curiosità di sperimentarmi e vedere come avrei reagito. Ho fatto la volontaria in Malesia e in Tailandia dopo lo tsunami, insegnato alle scuole elementari in Laos, (dove poi ho aperto un ristorante), ho fatto la barista in bikini nelle miniere australiane, l’imbianchina in Irlanda, lavorato illegalmente con colleghi esclusivamente filippini nelle peggiori bettole di Hong Kong e infine la receptionist in un comedy club di New York. Eppure, tra tutti questi lavori, il più incredibile rimane l’angelo.
Un lavoro che esiste davvero?
Mi trovavo a Londra, ero appena rientrata da parecchi anni vissuti nella parte orientale del mondo...ed ero più squattrinata che mai. Mi misi alla ricerca di qualcosa che mi facesse guadagnare bene, velocemente, e senza compiere nulla di illegale. Lessi un trafiletto di giornale in cui cercavano “angeli”, ovvero massaggiatrici da mandare nei casinò per fare rilassare, con le loro magiche manine, gli stressatissimi giocatori di poker. Esperienza richiesta? Nulla. Più che fiduciosa, ero ormai incuriosita da tale originale proposta e telefonai immediatamente. Due giorni dopo ci sarebbe stato il primo colloquio; se superato, mi avrebbero mandato gratuitamente a fare un breve corso di massaggi e, una volta promossa, avrei potuto finalmente lavorare.
Un casting più che un colloquio
Le più carine e disinvolte furono prese, le altre no, l’esperienza non contava un accidente. Poco dopo ricevetti una telefonata che confermava la mia ammissione al corso di massaggi. All’inizio ammetto di aver pensato che fosse tutta una bufala,invece era vero! Il corso durò due giorni e ci insegnarono effettivamente come fare un massaggio di sette minuti dalle scapole in su.
Guadagni?
Iniziai a lavorare immediatamente, considerata la mia pressante necessità economica. Da lì a poco scoprii che fare i massaggi era una cosa che adoravo e mi resi conto di avere una passione anche per il poker. Amavo aggirarmi per i casinò e osservare i tic dei giocatori, ascoltare le storie incredibili dei croupier e respirare l’atmosfera pre-apocalittica che si avverte tra quelle mura. Ciò che non mi piacque invece fu la combinazione delle due attività.
Rilassare giocatori nervosi colpisce la massaggiatrice stessa che si ritrova ad assorbire la carica negativa portata via ai suoiclienti in cambio delle tasche piene. Il prezzo di un massaggio è di una sterlina al minuto e effettivamente riuscivo ad accumulare in media sulle 300 sterline al giorno ( 350 euro). Tuttavia eravamo considerate freelance e, per lavorare, dovevamo pagare quotidianamente l’agenzia Ibiza Angels circa un terzo del guadagno. La situazione creava estremo sconforto tra le massaggiatrici, sapendo di dover dare sempre il 100% per fare in modo che tutta quella tensione fosse ben retribuita.
Interessate?
Ibiza Angels ha angeli che lavorano anche in centri commerciali, festival ed alcuni dei migliori club di Ibiza e Londra. Un buon metodo per mantenersi potendo scegliere i turni online di settimana in settimana. Se siete interessate ( e dico interessatE, di proposito dato che la compagnia assume solo donne) questo è il loro sito: https://www.ibizaangels.com/).
Darinka Montico
Blogger, traveller e autrice di libri
Ecco i suoi libri
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